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Una nuvola di polvere si solleva dal ghiaino del colle, due uomini scendono da un'auto.
Il primo avanza lentamente, la sua figura si staglia imponente e maestosa in controluce oscurando il sole.
Cristian gli porge la mano timoroso: «Piacere, vi stavo aspettando».

Cristian attendeva quegli ospiti preannunciati da una telefonata di un suo cliente austriaco. «Vengo a trovarti con un amico» gli aveva detto.

Tutto si sarebbe aspettato tranne che il signor Meinhard gli mentisse. Ad accompagnarlo quel giorno non era infatti un amico, ma suo fratello Arnold, accomunato dallo stesso cognome: Schwarzenegger.

Molte sono le amicizie nate intorno ad un buon bicchiere di vino delle Cantine Specogna da quando il nonno decise di avviare l’avventura vinicola nel 1963 là, sul Collio friulano, dove il padre Graziano prima e i fratelli Cristian e Michele ora, proseguono la rotta tracciata con la passione di chi sa di essere in debito con quella terra e con quelle persone speciali.

Il prestigio dei vini e i numeri attuali dell’azienda sono solo un primo segno misurabile della loro gratitudine: 25 ettari di terreno vitato con 180.000 piante e un’esportazione in oltre 35 paesi nel mondo.

«Organizzazione e metodo per noi sono tutto. Nei vigneti comanda il clima e ci impone la prontezza ad eseguirne gli ordini. La disobbedienza si paga cara, con l'annata compromessa.»

CRISTIAN SPECOGNA
ILO ALL'OPERA

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Che si tratti dei grandi bianchi o delle varietà a bacca rossa, ognuno dei suoi tappi chiude metaforicamente la storia, il pensiero, il valore del lavoro che hanno reso grande il «made in Friuli» nel mondo.